IL TOPO BELLO

C'era un topo nel pollaio,
ora corre sul granaio,
la contadina si sente male
ha visto il topo salire le scale,
poi si è infilato nella fonduta,
la contadina è quasi svenuta.
Il topo corre qua e là in cucina,
viene la febbre alla contadina.
Il topo atterrito si mette a squittire
e la contadina comincia a bollire,
poi all'improvviso anche ad urlare;
il povero topo vorrebbe scappare
e quasi impietrito dalla paura
cerca un'uscita veloce e sicura,
ma son tutte chiuse finestre e porte
e si rassegna a una tragica morte.
Ma ecco che in alto lui vede un buchino
e scappa veloce su su nel camino,
ma la contadina, sebbene ormai sola,
continua a gridare laggiù a squarciagola.
Il topo allibito, ma anche contento,
ormai corre via più veloce del vento,
perché certamente non aveva intenzione
di crear quel baccano e tal confusione,
e senza capir perché s'era impaurita
lui lascia la donna a dir poco stecchita.
Ora cerca uno specchio riflettente e sincero
per veder se il suo aspetto terrorizza davvero:
nelle acque del lago che riflettono tutto
il topino decide che non è tanto brutto
ed ancor non capisce quell'urlare straziante
nel vedere un topino così baldo ed aitante
e scotendo la testa pensa che questi umani
se non son tutti matti sono almeno un po’ strani.